Calo dei matrimoni ecco l’indagine del Censis
L’indagine condotta dal Censis non lascia spazio alle speranze, le nozze in chiesa sono destinate a morire. Il costante calo dei matrimoni si attribuisce a un generale allontanamento per la religione e alle nuove tutele per le coppie di fatto.
Sembra essere davvero pessimistica la visione del Censis, su uno studio dal titolo “Non mi sposo più”, che raccoglie cifre statistiche per le quali è diventato opportuno far temere il peggio alle celebrazioni religiose. I matrimoni sono così tanto in decadenza da far credere che si stia avvicinando l’anno zero. Soprattutto per quanto riguarda le nozze religiose che rischiano di estinguersi nel 2031. Il rito matrimoniale infatti sembra non essere più sentito come un tempo in quanto non significa più un mezzo necessario né per abbandonare la casa di famiglia, né per mettere al mondo dei figli, né tantomeno per dare dignità sociale ad un amore.
calo dei matrimoni religiosi a favore di quelli civili
I dati Istat registrano un crollo decisivo delle nozze, erano 291.607 nel 1994, sono scese a 189.765 nel 2014. Il censis ha sviluppato un immagine futura nella quale “nel 2020 si avranno più matrimoni civili che religiosi, e nel 2031 non sarà celebrato un solo matrimonio nelle nostre chiese“. I motivi potrebbero essere diversi, ma il primo fra tutti, il fatto di non essere più vincolati dalla società per volere di un contratto come invece ancora accadeva vent’anni fa. Infatti oggigiorno i figli nati all’interno e all’infuori del matrimonio sono tutti legittimi, nello stesso modo i patti di convivenza appena approvati hanno modificato molto la visione della nostra società. Inoltre, dal punto di vista legale, le coppie di fatto hanno raggiunto una parità equa con le coppie sposate.
Tuttavia lascia ugualmente senza parole il fatto che un paese come il nostro, che viene considerato ancora da tutti tradizionalista, riporti delle cifre così disarmanti. Tanto, da arrivare a dichiarare con l’indagine del Censis, la morte del matrimonio religioso. Massimiliano Valerii, direttore del Censis, spiega: “Noi abbiamo proiettato in avanti le tendenze degli ultimi vent’anni, e lo scenario futuro è quello di un’Italia a matrimonio religioso zero. Un dissolvimento totale di questa istituzione, perché ormai la crisi è globale, e riguarda sia i riti civili, che hanno smesso di crescere, sia in particolare quelli in chiesa, che sono in caduta libera”. “In pratica – dice Valerii – abbiamo visto che tra il 1994 e il 2014 si si sono “perduti” 128mila matrimoni religiosi, cioè 6.400 all’anno. E lo scorso anno i riti in chiesa sono stati 108 mila. Ecco dove ci porta lo studio del dato del calo dei matrimoni: se, partendo da questo dato, togliamo ogni anno 6.400 cerimonie, il risultato è che in 17 anni, cioè nel 2031, i matrimoni benedetti dal prete saranno azzerati”.
D’altro canto, molti demografi sottolineano quanto le mutazioni della società siano imprevedibili e in continua evoluzione, e di conseguenza questo triste epilogo potrebbe arrestarsi. Oltretutto c’è un altro motivo dietro al calo dei matrimoni celebrati con il rito religioso, non solo la disaffezione comune nei confronti della chiesa, ma anche altri fattori come le unioni miste, i divorziati, i matrimoni di ritorno, tutte situazioni che approdano nel rito civile. Sicuramente questo dimostra che le coppie italiane hanno subito un cambiamento, ciò nonostante rimane ancora del 70% la percentuale dei bambini che nasce all’interno del matrimonio.
Negli anni il matrimonio ha potuto avere diversi significati, soprattutto per le donne, quando il matrimonio era anche un mezzo di riscatto sociale per cambiare la propria condizione economica. Mentre oggi, le coppie diventano sempre più omogenee tra di loro creando più libertà. Ed è proprio questo tipo di libertà che sembrano difendere i giovani, forse figli di tanti divorziati, che vedono nella loro unione, un patto d’amore siglato senza alcun formale contratto, ma semplicemente con la promessa di amarsi per sempre.
1 commento su “Calo dei matrimoni: il 2031 visto come l’anno zero”
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