Rispondiamo ad una richiesta anonima che ci ha contattati scrivendoci:
Ciao carissimi Maria e Marco! Vi seguo da un paio di mesi e leggo tutti i lunedì le vostre bellissime email. Grazie perché mi fanno molto riflettere 🙂
Vi ho conosciuto la prima volta grazie ad un incontro online con la Dott.ssa Oreglia 🙂
Vi contatto per chiedervi un consiglio!
Io e Daniele stiamo assieme da 6 anni e siamo molto in sintonia.
Da 3 anni e mezzo mi sta aiutando a mettere a posto un appartamento appartenuto alla mia famiglia ma rimasto disabitato per 20 anni e malconcio. Abbiamo faticato insieme fisicamente e psicologicamente per ristrutturarlo.
Ora ci siamo quasi, è arrivata la cucina e a breve arriverà il letto.
Però, ogni volta che dei nostri amici ci chiedono se andremo a vivere assieme, io rispondo che Daniele, per adesso, rimarrà solo nei weekend e non si stabilirà fisso.
Sento di avere un po’ di ansia e ritrosia in merito.
Credo anche che Daniele non la senta come casa “sua” ma come un qualcosa che fa per aiutare me perché mi ama.
Perciò la mia domanda è: secondo voi quand’è che una coppia è pronta per andare a convivere? Come lo capisce?
Grazie molte, spero a presto! Un abbraccio!
Se vuoi che rispondiamo a una tua richiesta, scrivici qui:
Inizia Marco con le presentazioni
Ciao a tutti, qui Marco di Briicks per un nuovo episodio di Briicks risponde, la rubrica che io e la psicologa psicoterapeuta Agnese Lombardi teniamo per rispondere a tutti gli amici di Briicks che vogliono condividere con noi dei momenti sui quali confrontarsi.
Oggi rispondiamo ad una ragazza che ha condiviso un po’ quella che è la situazione. Chiede di rimanere anonima, dice che sta insieme al suo fidanzato da sei anni ,sono molto in sintonia e da qualche tempo insieme stanno rimettendo a posto una casa che appartiene alla famiglia di lei ma non la stanno mettendo posto per andarci a convivere, lui sta dando una mano nella ristrutturazione. Quando le chiedono se andranno a convivere insieme lei risponde che lui starà da lei nei weekend e sente un po’ di ansia e ritrosia circa questo aspetto e quindi ci chiede “secondo voi quand’è che una coppia e pronta per andare a convivere e come lo si capisce?”
Certe cose non le si capiscono, si vogliono
Cara amica che ci hai scritto grazie per questo confronto che regali sia al tuo fidanzato ma anche a tutte le persone che vivono magari lo stesso. Poter esprimerci su questo tema è quindi un’occasione proprio anche per tante altre coppie.
Allora, non è che lo si capisce, il momento di andare a convivere lo si vuole, lo si sceglie!
C’è un momento in cui uno dice: Ok, voglio portare questa relazione un passo più avanti e diciamo che in passato questo passo era un Sì all’interno del matrimonio in cui si diceva: bene, io scelgo te. Oggi questo passo è anche la convivenza cioè dire voglio continuare e vivere qualcosa di un po’ più importante con te e non è un semplice stare insieme ma è anche un condividere il quotidiano, condividere la vita e quindi degli aspetti che sono proprio di una vita insieme.
Delineare il progetto comune
La cosa importante è riconoscere la volontà di un progetto comune, cioè, non è che si deve andare a convivere perchè si sta insieme da un po’ di anni ma l’approccio giusto è che dev’esserci il desiderio di costruire qualcosa di più e questo qualcosa in più può essere proprio una casa, abitarla, scegliere insieme e prendere delle scelte comuni… ed è proprio sulla scelta che io metterei l’accento e anche un pochettino della mia esperienza del passato.
Prima di conoscere mia moglie stavo con una ragazza e abitavo da solo, lei si fermava a dormire da me, non conviviamo però dormivamo insieme. Ad un certo punto dormiva sempre da meno e quindi questa situazione è stata molto difficile da gestire perché non abbiamo mai scelto di fare quella vita lì però ci siamo ritrovati in mezzo e può essere un modo diciamo un po’ neutro per entrare nella convivenza ma alla fine non porta mai dei benefici secondo me, perché credo che sia importante che in una coppia ci si parli e si scelga di vivere un progetto di vita comune.
Risalire alle resistenze
L’ultimo aspetto è quello di capire, di andare in profondità nel comprendere quali sono queste resistenze che tu mostri.
Perché non avete mai parlato di questa cosa della convivenza? Quali sono le paure che ci sono dietro questo aspetto?
Sicuramente la convivenza è un bel passo perché significa mettersi in gioco e mettersi anche in discussione, mettersi a nudo di fronte all’altro, di fronte a quelle che sono le proprie piccolezze ma anche quelle che sono le priorità perché non è che possiamo andare a convivere insieme e poi via, esco e lascio l’altro da solo e quindi semplicemente stiamo facendo una coabitazione ma non non una vita comune. Quindi ti suggerisco di andare ad approfondire questo aspetto. Magari ti influenzano anche delle credenze di altre persone che sono andati a convivere e magari e le cose non sono andate bene, insomma ti suggerisco di andare in profondità e passo la parola ad Agnese.
La spinta giusta, la parola ad Agnese
Rispetto alla tua domanda cioè quando si è pronti per andare a convivere, mi vengono alcune possibilità che devono essere considerate insieme.
Essere preparati mette in campo il razionale cioè quando io ho parlato con il mio fidanzato la nostra relazione è giunta ad un livello di volontà e di fare un passo in più, di andare a convivere come parte appunto di un progetto più ampio e non quindi, come diceva anche Marco, che andiamo a convivere perché c’è la casa e allora perché no.
Dev’essere perché sentiamo che per la nostra relazione e per il progetto che abbiamo in mente insieme di portare avanti può essere un buon momento. Quindi bisogna essere un po’ preparati, avere in mente il progetto che insieme vogliamo costruire come coppia se non c’è questo progetto ed è anzi una richiesta che arriva dall’esterno come ci racconti, forse non è la spinta giusta e non siete preparati per la convivenza.
Dalla razionalità all’emotività
L’altro aspetto è quello un p’o più emotivo, cioè il sentire, perché se uno si ferma alla razionalità, al faccio una lista dei pro e dei contro, questa roba non funziona.
Devo sentire che la la convivenza, la presenza dell’altro, l’intreccio delle nostre vite, è qualcosa che aggiunge alla mia vita e non toglie. Un po’ toglie, però sono più importanti le aggiunte, l’altro che arricchisce invece che togliere.
Magari è un po brutta metterla così, però è vero, ci sono costi e benefici. Il costo è quello di cambiare un po’ le proprie abitudini andando incontro all’altro, i benefici è condividersi.
Un plus alla propria vita
Devi sentirlo proprio che la presenza dell’altro equivale ad un plus.
Essere disposti a perdere qualcosa in virtù del creare la bellezza di questa.
Questi erano un po’ quei due aspetti che devono stare insieme secondo me e che significano che si è pronti per andare a convivere.
Allora dateci vostre notizie e poi invitateci da voi, non so di dove siate, se siete vicini al Piemonte ma quandi siete pronti noi veniamo!
Un abbraccio da noi e da tutto quanto il team briicks, ciao!